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Eros Ambrosi di nuovo in campo dopo due stagioni difficili

Eros Ambrosi, colonna della difesa giallonera
Eros Ambrosi, colonna della difesa giallonera

Chi ha ancora praticato sport a qualsiasi livello, sa bene quanto è difficile riprendersi da un infortunio. Il primo ingrediente necessario per tornare in campo è la forza di volontà, quindi chi riesce a rimettersi in gioco dopo vari malanni fisici merita un applauso convinto, a maggior ragione se il protagonista riesce ad esprimersi ad alti livelli. È il caso di Eros Ambrosi, difensore 26enne che nelle ultime domeniche è stato tra i protagonisti indiscussi dei positivi risultati del Comano Fiavé. Il centrale classe '87 è tornato quest'anno in mezzo alla difesa giallonera dopo un paio di anni passati più in tribuna che in campo a causa di gravi infortuni: la scorsa primavera un periodo di «rodaggio» al Valrendena, poi in estate il nuovo approdo a Ponte Arche, dove già aveva giocato per quattro stagioni.

Eros, quali le sensazioni del ritorno ad alti livelli dopo un paio di annate sfortunate?
«Mi sento bene, e questa è la cosa più importante. So che se fisicamente non ho problemi posso dare tanto a questa squadra, dove sono tornato molto volentieri visto che il Comano Fiavé è una seconda casa. Il mio obiettivo è sempre stato ritornare qui, anche se non è stato facile visti i vari malanni».

Quali gli obiettivi per questa stagione?
«Siamo partiti un po' male, ma ci stiamo riprendendo e sono convinto che continuando su questa strada potremo giocarcela con tutti. Penso che Levico Terme e Salorno siano le migliori squadre del campionato, seguite dal Calciochiese, ma se giochiamo come sappiamo non dobbiamo temere nessuno».

Il livello del campionato come ti sembra?
«L'anno scorso per ovvi motivi le partite le potevo seguire solamente dalla tribuna e il livello mi sembrava un po' più basso. Certo, dal campo è tutta un'altra cosa, ma quest'anno il campionato mi sembra molto equilibrato ed ogni partita ha la sua storia, tanto che si può vincere o perdere contro chiunque».

Da giovane, dopo l'esordio in prima squadra con il Pinzolo Campiglio, hai avuto l'occasione di conoscere da vicino il mondo professionistico con una stagione alla Pro Patria. Quali le differenze con il nostro calcio?
«Impossibile far paragoni, visto che ci sono anni luce tra il nostro calcio e quanto visto in Lombardia. Là girano diversi giocatori di valore, mentre molto difficile è emergere dalle nostre parti, visto che non ci sono sbocchi in società professionistiche».

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